Jim Lahey lo conosciamo tutti oramai. Proprietario della panetteria newyorkese Sullivan St. Bakery, è colui che ha inventato il pane senza impasto. Una grande trovata, siete d’accordo?
Da tanto, tanto tempo, leggevo in tantissimi foodblog di questo pane, ma non mi decidevo a farlo. Qualche mese fa l’ho visto per l’ennesima volta in rete… Allora mi sono armata di tanti buoni propositi e mi sono decisa. Ma chi lo avrebbe mai detto che da quel giorno lo avrei fatto e rifatto una volta alla settimana?
Del resto, come farne a meno? Ottimo risultato per un nonnulla di lavoro. Ciò che occorre è solo pazienza (per il tempo di attesa, in tutto circa 26-27 ore, compresa la seconda lievitazione e la cottura in forno) e una grossa e pesante pentola in ghisa assolutamente con coperchio dove cuocere il pane… sì, ma io mica ce l’avevo. Ho pensato che sarebbe bastato una grossa pentola di terracotta, di coccio spesso e dalle pareti medio alte. Mi occorreva solo un coperchio o comunque qualcosa che ne sostituisse la funzione, ovvero quella di coprire il recipiente alla perfezione per non fare uscire il vapore che si sarebbe formato all’interno durante la cottura. Per far questo, ho utilizzato il fondo di uno stampo a cerniera per torte che, guarda caso, si incastrava alla perfezione.
Prima di scrivere di questo pane ho voluto provarlo e riprovarlo fino alla nausea (si fa per dire), così da potervi scrivere il procedimento allo stesso modo di come scrivo i miei dati anagrafici insomma.
Ne ho provate tante varianti e se ce n’è una che mi è rimasta nel cuore (ma più che il cuore ne era soddisfatto il mio pancino) è stata quella del pane senza impasto ai datteri. Un successone, amore al primo assaggio. Non ha bisogno nemmeno di zucchero, niente di niente, giacché i datteri son già molto zuccherini di loro. Al contrario del pane alle prugne che, senza aggiunta di zucchero, è risultato un po’ troppo-poco sapido.
Per il salato mi sono sbizzarrita ancor di più ma non sto ad elencarvi le mie prove poiché a voi non manca certo la fantasia e la voglia di provare, dico male? però, però … le olive col le noci …
Allora, passiamo alla non-preparazione di questo pane?
Pane senza impasto con olive al peperone
300 g farina forte
100 g di farina integrale
230 g di olive verdi denocciolate ripiene di peperone
325 g di acqua tiepida (non fredda)
1 g di lievito secco (o 3-3,5 g di lievito di birra, sciolto in una parte di acqua tiepida e lasciato riposare per circa 10 min)
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
il sale non occorre in questo caso, in quanto le olive sono molto aromatiche e molto salate
farina di semola e crusca
Tagliare grossolanamente le olive e tenere il loro liquido di marinatura.
In una ciotola capiente mescolare le farine e il lievito e le olive con il loro liquido. A poco a poco unire 300 g di acqua e mescolare bene con un cucchiaio, andando in profondità del recipiente, dove si “nasconde” la farina che non si è ancora legata. Incorporare l’olio e la restante acqua qualora la farina non sia stata ancora assorbita completamente. Mescolare brevemente fino ad ottenere un impasto appiccicoso.
Coprire la ciotola con pellicola per alimenti e lasciare riposare a temperatura ambiente per 12-24 ore: l’impasto deve raddoppiare e la superficie deve apparire piena di piccoli buchi (bollicine).
Al termine della lievitazione, rovesciare l’impasto su un piano abbondantemente infarinato con farina di semola. Con l’aiuto di una spatola, fare tre o quattro pieghe (come quelle di secondo tipo che si possono vedere qui): sollevare l’impasto dal sotto partendo dal lato superiore e portarlo verso il centro; fare lo stesso col lato destro e così via fino “chiudere” l’impasto. Sempre con l’aiuto di una spatola spatola ribaltare l’impasto (così da avere la chiusura verso il basso) e dargli la forma di una pagnotta. Cospargerlo con della crusca sia sulla superficie sia sullo spessore e trasferirlo su un canovaccio anch’esso infarinato con semola (o crusca). La chiusura deve rimanere verso il basso. Chiudere il canovaccio sopra l’impasto e lasciare lievitare per circa 2 ore o fino a quando, affondando un dito, l’impasto mantiene il segno.
Prima della fine della lievitazione, mettere nel forno la pentola e il coperchio e preriscaldare il forno a 230 °C, dovranno essere bollenti al momento di infornare il pane.
Ribaltare il pane sulla mano destra e lasciarlo “cadere” nella pentola, così da avere la chiusura verso l’alto. Coprire con il coperchio e mettere subito in forno. Cuocere per 30 minuti. Togliere il coperchio e cuocere ancora 20-30 minuti, finché la crosta in superficie diventa scura molto croccante.
Sfornare il pane, rovesciarlo su una gratella (o griglia da forno) e lasciarlo raffreddare, se possibile, completamente (in questo modo l’umidità interna si espande in modo omogeneo e il pane rimane al suo interno molto morbido e piacevolmente umido).
E voi? Avete mai provato il pane senza impasto? Se sì, in che “versione”?
Un saluto panoso (e senza impasto),
fiOr.
Commenti
Devo ammettere la mia grande lacuna: mai provato.
Spero di rimediare al più presto, anche se c'è altro in mente... ;-))
È incredibile come ti vengono bene questo genere di preparazioni... :) Davvero tanto...
Si vede che ti piacciono molto e che le fai con passione e amore. Trapela proprio... Complimenti!
Ti auguro una buona settimana!
Ben tornata sul Blog :))
Complimenti!
Appena riesco provo la tua versione con olive (che mi piacciono assai :)) per anche quella con datteri mi intriga....
bacio tesoro!
bacione
Un bacione
Questo pane mi fa una gola che non ne hai idea... Brava, come sempre!
Bacioni...
Ele :)
intanto il primo punto debole dell'acciaio è che ha una bassa conducibilità termica, per questo di conseguenza il calore non viene distribuito in modo uniforme: il cibo che si trova a contatto con il fondo riceve molto più calore rispetto a quello che si trova più in alto, quindi il rischio è quello che si attacchi e si bruci. Per questo da fuoco per cucina in acciaio inox di migliore qualità sono dotati di un triplo fondo, che è miglior conduttore di calore. Tuttavia non sono certa che nel forno valga lo stesso discorso, perchè il calore nel forno viene propagato in maniera uniforme (o si suppone tale;) e omogenea, infatti a tal proposito ti direi di usare specificatamente un forno ventilato e non statico.
Per altri materiali.. se non le pentole in ghisa, che costano un'occhio della testa, l'alluminio è buonissimo ma io non conosco stampi o teglie dai bordi alte di alluminio... anche se sinceramente una teglia, ad esempio, da torta credo sia perfetta sai? Non ci ho mai pensato ma ora che mi viene in mente... si può trovare una teglia per torte che abbia i bordi molto alti (15 cm circa). secondo me andrebbe benissimo, ancor meglio del coccio! PERCHé questa è fatta per cuocere torte e dolci quindi meglio di così! Le teglie in alluminio sono tra le più efficaci per la cottura al forno e per i dolci e inoltre l'alluminio è un buon conduttore di calore!
La terracotta, che io ho scelto di usare, ho letto che è molto molto buona come materiale, perché esalta anche il sapore dei cibi che vi vengono cotti. Ricordandosi alla fine di ogni uso di lavare con acqua e limone e non con detersivi perché la terracotta è un materiale molto poroso e per questo rischia di trattere, a lungo andare, gli odori dei detersivi.
Fammi sapere se ti sono stata inqualche modo utile, lo spero tanto :)
@Elenuccia non puoi fartelo mancare :D se leggi qui sopra prova a vedere se trovi qualcosa di adatto a te, magari ti è utile quando ho scritto :) e poi, quello ai datteri devi assolutamente provarlo, che (puoi immaginarlo..!) si abbina ai formaggi in un modo che non so spiegarti!!
@Giò siamo in due! io lo farò fino alla nausea (ma potrà mai venire la nausea dal fare il pane quando questo richiede un minimo sforzo??) io ho pensato a quella quantità di lievito di birra perché deve essere superiore di quella di lievito secco ovviamente... e l'ho ottenuta secondo la proporzione 1:7=x:25 il fatto è che ho riportato sbagliato il numero omettendo la virgola, che volevo precisamente mettere (me pignola :D) volevo scrivere
@Giulia hai ragionissimo, sono d'accordo con te sul sapore puro del pane! .. è solo che spesso e volentieri ho la tentazione di provare provare e provare... e allora mi prende di farlo in diverse maniere :P però il pane bianco quando fatto bene, è in assoluto una delle cose più buone che ci sia.
@Eleeeeeeeeee :*** grazie tesoro, io ti adoro :)
è vero ultimamente si vede spesso il pane senza impasto, ne sono molto incuriosita, ma ancora non l'ho mai provato, primo perchè non ho la pentola, ma tu mi hai dato una bella idea, e secondo perchè in questo periodo ho un surplus di pane da smaltire. Ma al tempo opportuno proverò anche questo metodo, quello con i datteri deve essere buonissimo, mmmmm!
Io invece ho sfornato un semplice pane integrale, ma tu ce l'hai ancora la pasta madre???
Baci
Per questo ti dico, certo che ce l'ho ancora la pasta madre!! :)) pensavi di no??
@Fabiana grazie mille
@Katia, non pensare si percepisca sempre la passione nel leggere i blog altrui, anzi. Talvolta si leggono mere ricette senza un minimo di personalità e questo mi lascia sempre molto perplessa. Però poi penso che in fondo .. ognuno ha la propria visione della cucina e del modo di "fare" della cucina. Fammi sapere la tua idea, che a me le idee di una mente 'malata' come dici tu (così come lo è la mia allora>!) mi piacciono un sacco!:) baci!
ottimo1
bravissima!
@Gunther sono d'accordo con te... voto per quello ai datteri! da quando ho provato a farlo, nelle occasioni (ma anche no;) come festività di Pasqua e simili, ora non manca mai.. perché poi si abbina bene anche con i salati, sia salumi, sia formaggi.. :)
@Elenuccia spero tanto tu riesca a tirare fuori qualcosa per questo benedetto pane :)
@Terry grazie!
@Cindy.. ehh.. ahime', mica vero che la facilità con cui si riesocno a fare le cose, dà cattivi risultati! .. shh.. io alle Simili non lo dico :D
@Chabb grazie mille!
Grazie di avermelo ricordato!!
http://wanph.blogspot.com/2010/06/no-knead-raisin-and-zibibbo-bread.html