Lingue di gatto

In questi giorni sto recuperando tutto il tempo passato dietro ai libri a studiare trascurando necessariamente la cucina in tutti i suoi aspetti! Tempo qualche giorno ancora (uno o al massimo due) e mi metto di nuovo sotto a studiare. Nuovi esami, nuove materie… tra cui Economia culturale. Bilanci, patrimonio, reddito, costi fissi, costi variabili, economie di scala/scopo/apprendimento/transizione… Oddio sto male solo a pensarci. Infatti non ci penso, non per ora almeno :D Rimandiamo tutto a domani. Adesso mi godo ancora questo meritato riposo e vengo al dunque: la ricetta.

©ManuelaViel

Purtroppo da poco (giorno 13 novembre 2010) ho inavvertitamente cancellato una cartella in rete (su Picasa) nella quale c’erano molte delle fotografie “collegate” ai vari post del mio blog. Così ora mi ritrovo con tantissimi post senza foto. Vogliate perdonarmi, ma L’UNICA soluzione che sono riuscita a trovare è stata quella di cercare con Google il titolo di ogni post e trovare una miniatura della foto, poiché queste rimangono sempre da qualche parte nel web.. Mi dispiace :(

Utilizzate soprattutto come decoro e contorno di gelati, dessert, cioccolato liquido, vini, eccetera. Sono biscotti secchi, ma così sottili e fragili che mangiarli è un piacere.
Non ho mai fatto le Lingue di gatto in vita mia… e devo dire che sono venute straordinariamente bene benché fosse la prima volta. Non ricordo da dove ho preso la ricetta base, ma di fatto l’ho cambiata, leggermente ma l’ho cambiata, intanto mettendo anche qualche ricciolo di burro in meno e poi arrivando ad una cottura ottimale. Vorrei – la prossima volta – provare a metterci dell’essenza di mandorla. Le rifarò sicuramente, dato il successo che hanno avuto;li farò con qualche variante, ad esempio intingendole metà nel cioccolato fuso e metà cosparse di zucchero semolato…

Lingue di gatto
Ingredienti

100 g di burro ammorbidito (anche un po’ meno)
100 g di zucchero semolato
100 g di farina
2 albumi
gocce di essenza di vaniglia

Mettere il burro e gli albumi nel mixer a bassissima velocità (velocità minima). Una volta amalgamati aggiungere lo zucchero, la farina e l'essenza di vaniglia.
Mixare ancora per un po' il tutto fino ad amalgamare per bene; otterrete un composto cremoso, quasi sabbioso.
Rivestite le teglie di carta da forno. Servendovi di un sac a poche con bocchetta liscia, fate dei bastoncini lunghi circa 2,5 cm; cercate di farli tutti della stessa misura e ben distanziati tra loro (altrimenti nella cottura si attaccano l'un l'altro formando lingue giganti.. lo dico per esperienza).
Infornare a 200 °C per 6 minuti in forno già caldo. I minuti sono soggettivi, dipende dal proprio forno. Dovete osservare i biscotti attraverso il forno, magari dopo 5 minuti: dovrebbero arrivare ad avere un caratteristico colore giallo chiaro dorato, giallo paglierino, che diviene più scuro nella parte più a contatto con la piastra di cottura. Ecco sono pronti. toglieteli subito dal forno, lasciateli intiepidire e staccateli delicatamente dalla carta da forno con una paletta da cucina.

Commenti

Carolina ha detto…
Buongiorno cara Manuela!
Come stai?
Che belle le tue lingue di gatto... Sono così perfette che sembrano quelle che si trovano in pasticceria!!!
Hai visto che hanno cambiato il formato dei "lettori"... Non mi piace così, lo trovo proprio antiestetico. Sta male su qualsiasi blog.
Buona giornata e a presto!
ღ Sara ღ ha detto…
ihih che facoltà fai Manu? io faccio economia ^__^ eheheh...ti dirò che all'inizio sembra brutta e noiosa ma poi pian piano ho iniziato ad amarla!!!

buonisssssssssssssssime le lingue di gatto!!!!!! il problema è che una tira l'altra!! ghghg baciiini
fiOrdivanilla ha detto…
@ Caro, lo avrei scritto anch'io sicuramente nel prossimo blog! E' la prima cosa che mi è saltata all'occhio stamattina... ORRIBILE. Ho pensato "Ma che è sta cosa!? Come si cambia!?" ma niente da fare, così è e così rimane mannaggia. Ma che è, ci vogliono fare un dispetto? Anziché fare degli aggiornamenti grafici decenti, fanno il peggio. Mah!
Le lingue di gatto sono così semplici da fare e al tempo stesso così esteticamente belle... dolcemente friabili, di un colore particolarmente allegro, di forma sinuosa, bella, (insomma, tutt'al contrario del nuovo form "Lettori"!!)

@ Sara, faccio Lettere e Filosofia indirizzo Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Fai .. fai economia? O_O allora ti prego, elencami tre buoni motivi (tre, non chiedo tanto!) per farmela piacere.. :"(
Mi sa che il problema del "uno tira l'altro" è un po' il problema di tutti quei dolcetti di forma piuttosto ridotta.. :D hihi
RealHibou ha detto…
io sono di parte, ma vi garantisco che al palato non erano meno fantastiche che in foto, a parte il fatto che oltre a gustarmi le linguette di cui sopra mi sono risollevato il morale mangiando dei quadratini al cacao con non si sa cosa sempre preparati dalle mani della mia Principessa.
RealHibou
fiOrdivanilla ha detto…
Papàààààààààààààààààààààààààààààà! Evviva sono felice che mi hai scritto.. (rivolto a tutti: giuro, non l'ho costretto io a farlo!).
Grazie dei tuoi complimenti, i tuoi sono tra i più preziosi dato che tu, come me, sei abbastanza critico :)
Ma dai... e pensare che io non ho pubblicato la ricetta di quei quadrotti (brownies:) proprio perché non mi sono piaciuti. Ehh.. io non vado matta per i dolci come muffin, plum cake, ciambelloni... e brownies! Almeno che non abbiano all'interno una consistenza cremosa/bagnaticcia... Altrimenti no, non mi gustano.
Però in fondo mi hai convinto... mi degno almeno di pubblicare la ricetta ;) baciobaciobacio!
RealHibou ha detto…
Stamattina giunto in negozio mi avvertono che c'è una borsetta color oro con dentro qualcosa per me...... cosa ci trovo?
Innanzi tutto mi colpisce un barattolo di vetro con dentro dei frollini pennellati con qualcosa che mi ricordava vagamente la MOU, perciò apro il barattolo e Gnammmm,
un salto nel tempo, 48 anni prima a casa della mia balia, quando mi faceva trovare qualcosa di molto simile su un vassoietto che accompagnava il the del pomeriggio (come merenda). Incredibile come un sapore o un profumo possa far riaffiorare dei ricordi ormai sepolti dall'oblio.
Dopo questo salto apro la carta stagnola che racchiude un riciclo di una confezione di biscotti (mi sembra il contenitore dei frumentini della Lazzaroni)e all'interno 12 Mandorlini (li chiamo io cosi) riconosciuti ad occhi chiusi dal profumo, 3 leggermente più piccoli e tozzi e morbidi, e nove leggermente meno morbidi (quasi croccanti).
Al mio palato vincono senz'altro quelli più morbidi, ma confrontando questi a quelli ben più rinomati di PANNARELLO non c'è confronto, Pannarello al secondo posto.
Che fortuna potermi deliziare il palato oltre che GUSTARMI l'arte con cui esegue queste ricette, le fotografa e le impagina.
Grazie Princy, spero di poter consumare/dividere questi biscotti con te
fiOrdivanilla ha detto…
Papino, mi commuovi così.
Ma andiamo con ordine: quella crema deliziosa pennellata sui biscotti rotondi (biscotti particolari di cui posterò la ricetta quanto prima) è nientepopodimeno che... il DULCE DE LECHE. L'altro ieri mattina sono andata in una cascina/fattoria a prendere 2lt di latte crudo, appena munto. Tornata a casa, con un litro di latte ho fatto il dulce de leche (vedi ricetta nel menù).
Quanta felicità papà, sapere che ti abbiano evocato così tanti ricordi. E' come pensare che i miei dolci abbiano un'anima capace di 'toccarti' nel profondo.

Bravo, hai descritto proprio bene quello che c'era nella carta stagnola: un riciclo di una confezione di biscotti, che però erano i cookies e non i Lazzaroni :)
Che carino, li chiami Mandorlini! Comunque erano amaretti bianchi, fatti con farina di mandorle, essenza di mandorla, zucchero e due bianchi d'uovo (per legare il composto). Nient'altro! Niente albumi, olio, né burro. Alla fine spolverati solo di abbondantissimo zucchero a velo e cotti per 10 minuti a 200 gradi. Risultato... dei biscotti molto "chewy" - termine rubato da Sigrid de "Il cavoletto di Bruxelles" e che mi è piaciuto un sacco - ossia gommoso, morbido (come dici tu). E il sapore.. fortemente-mandorla, dolce e buono, già solo il profumo lascia a desiderare.

Papino, mi commuovi così comunque. L'altro giorno mi hai fatto una domanda, un perché. Ricordi cosa ti ho detto a proposito del piacere di cucinare? che adoro, anzi amo, regalare un momento, sia anche solo un istante, di felicità ad una persona con qualcosa creato dalle mie mani. E' una delle cose che più mi da gioia; mi gratifica, mi soddisfa, mi appaga. Mi dà una gioia immensa. E ti chiedi perché dedico del tempo a preparare qualcosa che poi io non gusto neanche, forse a malapena assaggio. Ti chiedi perché. Rileggi quello che mi hai scritto qui. Ti sembra poco? A me no. E' questo ciò che mi riempie il cuore: che con un gesto possa riuscire ad evocare tanti ricordi, quindi emozioni, pensieri, riflessioni e chissà che altro. ... con un sapore, un profumo, un retrogusto particolare... e giocare con le forme, con gli abbinamenti, grazie ad inventiva e creatività e metterci del proprio anche nel confezionare.

"Un salto nel tempo", "quarantotto anni prima", "la merenda del pomeriggio"... Ti chiedi ancora come faccio a preparare tante sfiziosità senza poi gustarle?
In quello che hai scritto c'è già la mia sazietà.

Un bacio