Cooking show - Christian Nickel del ristorante Rigiblick di Zurigo

Una serata all’insegna della gastronomia zurighese nonché al buon gusto, in compagnia di foodblogger amici, tra cui Barbara, Chiara, Teresa, Lydia e foodblogger che ho avuto grande piacere di conoscere per la prima volta: Silvia, Ilaria, Katia, Sabrina, SaraAlessandra e Mariacristina.

Il racconto introduttivo su Zurigo e sulla sua gastronomia sorprende e stupisce chiunque acceda a queste informazioni per la prima volta. Non una città di “banche-assicurazioni-turismo”, ma una città altamente interessante, che si dimostra all’avanguardia oltre che per la sua gastronomia anche per l’arte, la cultura, il design, la natura, gli eventi… che nel complesso fanno di questa regione un’oasi del tempo libero e dei divertimenti.

Oltre ad essere la città commerciale che tutti conoscono, Zurigo è un  paradiso per lo shopping e per la cultura: offre esposizioni in più di 50 musei e 100 gallerie d’arte tra cui, tra le tante interessanti bellezze artistiche, Marc Chagall, Mirò e Picasso.

Oltre ad essere la città commerciale che tutti conoscono, Zurigo è un  paradiso per lo shopping e per la cultura: lo sanno bene alcune delle ragazze foodblogger che hanno avuto l’occasione di trascorrere tre indimenticabili giorni in quel di Zurigo, tra le vie principali dello shopping, nei ristoranti più in della città nonché ristoranti stellati, la vista del lago… e tanto altro.
Ma c’è anche la Zurigo notturna, quella fatta da locali discoteche e spettacoli all’aperto.

Sembra non manchi proprio niente.

Ma parliamo di cucina e gastronomia…
Andrea di Zurigo Turismo, Isabella e il resto del team, hanno organizzato un cooking show, presso la scuola di cucina Congusto, riservato a giornalisti di settore e food blogger: protagonista lo chef stellato del ristorante Rigiblick di Zurigo (Hotel & Restaurant Rigiblick), Christian Nickel con un menù-degustazione di alta cucina, ispirato alle specialità zurighesi. Christian Nickel | ©ManuelaVielA cominciare con Gran Plateau di formaggi svizzeri Emmentaler, Gruyère, Appenzeller e Tete de Moine, accompagnati da due cutney diversi, uno a base di uvetta, mandorle e albicocche, uno a base di fichi.

A seguire, piatti di gran classe eseguiti con tecniche molto interessanti. Ed è così che ad accompagnare una Tartare di trota è una meringa sottile che in bocca si scioglie esplodendo in un gran sapore di erba di dragoncello.
A completare il piatto fettine di pane alla segale affettato sottilmente ed essiccato (quasi sembravano chips di segale), tuorlo d’uovo panato e fritto e capperi fritti (si, si, proprio fritti! Gran bella scoperta!).
Tartare di trota con dragoncello e tuorlo d'uovo frittoLa più interessante delle tecniche praticata è stata quella dell’uovo. E non vi dico che bontà…
Un croccante guscio (mix di pan grattato e una particolare farina, ricavata dalle fibre solubili derivate dal frumento) che racchiudeva un tuorlo morbido, come alla coque. Non avendo capito bene il procedimento, me lo sono fatto spiegare poco dopo da Lydia. In pratica: si distribuisce il mix di pan grattato e “farina” su un piano; si creano delle fossette all’interno delle quali si adagiano i tuorli; questi vengono ricoperti dalla stessa miscela di farina e pan grattato e si lasciano riposare per un’oretta. A quel punto i tuorli d’uovo risultano solidificati (e questo già lo noto quando separo i tuorli dagli albumi e lascio i primi in uno scodellino: solidificano) e sono pronti per essere raccolti con un metolo forato e fritti in abbondante olio caldo.

Successivamente, Sella di vitello da Ennetbürgen con spuma di Gruyère, indivia belga, salsa di cipolla e timo. Anche questo, un piatto di tutto rispetto, dove il vitello cotto sotto vuoto in una particolare marinatura (usata poi anche come salsa), viene servito con una salsa densa di cipolle, Gruyère spumoso, cipolla tritata, fritta ed essiccata, timo. La carne al suo interno rosa (come piace a me) e di una morbidezza inimmaginabile.

Sella di vitello da Ennetbürgen con spuma di Gruyère, indivia belga, salsa di cipolla e timoAd addolcire il palato panini semi-dolci svizzeri con semini di sesamo e papavero.
Infine, a coccolare i Sensi, bicchierini alla crema di fragole e un dessert al cioccolato e maracuja.

Questa nuova esperienza mi ha regalato nuovo sapere e conoscenza.
Ho imparato ad esempio che questi non sono macarons (Ceci n’est pas un macaron, titolo ispirato
all’opera di Magritte;-)…Ceci n'est pas un macaron… bensì Luxemburgerli® della Sprüngli, ossia gli originali marcaron.

Ho appreso (si fa per dire) tecniche di cottura e preparazione, ricette originali e particolarità gastronomiche zurighesi.  
Ho finalmente dato un volto e una voce reale a persone che fino a quel momento conoscevo solo tramite un blog e un monitor. E questa è stata una delle cose più belle.

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Commenti

silvia ha detto…
Ciao! E' stato bello condividere questa esperienza e soprattutto conoscerti! ti abbraccio!!!!!!
Alice ha detto…
e io come una babbazza me la sono persa...per dimenticanza!!! ma si può???
:'(
Gio ha detto…
qui si unisce l'utile al dilettevole e in maniera egregia! vi invidio non poco per questo viaggio... :D
buon we
saramilletti ha detto…
Bellissime le tue immagini Manuela...E come dici tu è troppo bello dare un volto alle persone con le quale si condivide una grossa passione! A presto, spero ;-)! Un bacione
Cey ha detto…
Sorellì ho condiviso e soprattutto ne ho parlato con tutti quelli che conoscevo. Fabri ha ridacchiato e detto "Allora posso ricominciare a parlare male di quei frullati che non mi piacciono proprio ma avevo paura fossero opera di Manu!" e ho pensato che magari ti facesse sorridere o piacere sapere che la gente capisce dov'è la qualità =)